Outsourcing è un termine che viene usato dagli anni Ottanta e che significa letteralmente “esternalizzare”, affidare un’attività all’esterno. Ma al di là di questa definizione generica, nel mondo del business l’outsourcing identifica una tendenza in atto ormai da molti decenni, che sta però fortemente accelerando da qualche anno a questa parte: le aziende si rivolgono sempre più spesso a partner esterni, specializzati in attività specifiche, per affidare loro parti della propria attività. Questi partner vengono chiamati outsourcer.
I motivi dell’outsourcing
Inizialmente, il motivo che ha spinto le grandi aziende ad affidarsi all’outsourcing è stato la necessità di ridurre i costi, cercando fornitori capaci di realizzare attività o prodotti a prezzi più bassi. I costo è tuttora uno dei motivi fondamentali, ma oggi a questo aspetto se ne sono aggiunti altri, come la ricerca da parte delle imprese di competenze particolari di cui non dispone all’interno della propria struttura, la necessità di focalizzarsi sul core business, il miglioramento della qualità, la necessità di fare ricerca, l’accesso ai talenti, la riduzione del time-to-market.
Tipi di outsourcing
Esistono decine di tipi di outsourcing diversi. Una piccola azienda che si affida a un commercialista per gestire la propria contabilità fa effettivamente outsourcing, anche se raramente questo termine viene usato in casi come questo. Lo stesso si può dire per una società che decide di smettere di produrre un determinato prodotto per affidarlo a un fornitore esterno, mantenendone però la proprietà. Tuttavia, nel mondo delle imprese si è andata definendo una nomenclatura specifica che definisce i principali modelli di outsourcing. Questi modelli sono:
Business Process Outsourcing (Esternalizzazione dei processi)
Application Outsourcing (Esternalizzazione delle Applicazioni)
Human Resources Outsourcing (Esternalizzazione delle Risorse Umane)
Infrastructure Outsourcing (Esternalizzazione delle Infrastrutture)
Manifacturing Outsourcing (Esternalizzazione della Produzione)
Destinazioni dell’outsourcing
Con la crescente digitalizzazione del mondo degli affari e la globalizzazione dei mercati è diventato più semplice cercare in paesi lontani persone e aziende in grado di svolgere attività in outsourcing. Quando un’azienda, per esempio italiana, si affida a un’altra azienda che risiede in un paese lontano per svolgere un’attività in outsourcing, si usa il termine “offshoring”, ovvero outsourcing a grande distanza. Se invece l’azienda scelta si trova in un paese più vicino si può usare anche il termine “nearshoring”.
Le principali destinazioni che le aziende occidentali scelgono per l’offshoring sono l’India e la Cina. Per il nearshoring invece, le principali destinazioni scelte dalle aziende italiane sono la Romania, l’Ucraina, la Russia e la Polonia.
Oggi le aziende che scelgono di rivolgersi all’outsourcing hanno di fronte due strade possibili. La prima è ingaggiare direttamente un outsourcer, nel proprio stesso paese o all’estero. La seconda è rivolgersi a un’impresa specializzata nel gestire le relazioni fra gli outsourcer e i loro clienti. Queste aziende, in genere molto grandi, comportano spesso costi più alti, ma garantiscono maggiore affidabilità in termini di qualità e puntualità dei servizi forniti.