Intervenire sull’impianto che produce acqua calda e riscalda l’abitazione è un fattore molto rilevante per raggiungere il risparmio energetico domestico.
L’ideale sarebbe prevedere un sistema ottimale in fase di progettazione, ma la maggior parte del patrimonio edilizio cittadino del nostro Paese risale agli anni ‘70/’80, per cui l’intervento più comune è quello della ristrutturazione, anche parziale, dell’impianto.
L’intervento più adeguato sarebbe quello di sostituire la vecchia caldaia con una a condensazione. Se si ha la possibilità di fare un intervento più dispendioso si può optare per una pompa di calore o, nel caso si voglia ottenere anche energia, per un impianto fotovoltaico che renda l’abitazione autonoma al 100% dal punto di vista energetico.
Ma vediamo anche qualche suggerimento a costo zero, o quasi, che riguarda i comportamenti da adottare in casa. Ne abbiamo già dati tanti, ma in vista della stagione invernale, i buoni consigli per risparmiare sulle pesanti bollette del riscaldamento sono sempre bene accetti.
In caso di impianto centralizzato, applicare i contabilizzatori di calore ai termosifoni: si adotta la temperatura che si vuole e quando si vuole (e si paga quanto si consuma).
Anche in caso di riscaldamento autonomo, preferire il termostato su ciascun calorifero che va fatto entrare in funzione solo in presenza di persone nel locale.
Non superare i 21°C in casa. Ogni grado in più significa un aumento del consumo del 7% e non è salutare.
Eliminare le possibili dispersioni di calore mediante guarnizioni supplementari agli infissi, doppi vetri, doppi serramenti, isolamento dei cassonetti e, quando diventa buio, abbassando le tapparelle (riduzione del 50% della dispersione di calore).
Non coprire i termosifoni. Se sono posti su una parete che da verso l’esterno, frapporre fra questi e il muro un pannello termoisolante.
Ridurre la temperatura notturna a 18°C.
Per il ricambio dell’aria, lasciare aperte le finestre per un massimo di 8 o 10 minuti.